21/07/2020

Diritto, Pandemia e Tutela della Persona

Mi presento, sono l’Avvocato Antonella Zocco, con studio sia in Alessandria che a Milano, dove collaboro con l’Avvocato Mariapaola Marro. Sono un avvocato prettamente civilista (famiglia, contrattuale, condominio, etc..), con alcune specializzazioni particolari, che vanno innanzitutto dal Diritto Militare e delle Forze di Polizia (Difendo chi ci difende!), al diritto di marchi e brevetti, in ambito alimentare, diritto discografico.

Alla domanda su come posso aver affrontato il periodo COVID e cosa ne penso, posso dire che, premesso che criticare le decisioni prese da altri è spesso molto più agevole che optare per determinate soluzioni,  soprattutto in situazioni che erano ritenute caratterizzate dall’assenza di precedenti, e che anche i Governi di numerose altre Nazioni sono stati censurati per irresolutezze, ritardi e mancati coordinamenti nella predisposizione delle misure volte a fronteggiare la pandemia originata dalla diffusione del COVID 19, occorre rilevare che vi sono state alcune omissioni ed incongruenze che hanno caratterizzato, oggettivamente, la gestione di questa drammatica problematica nel nostro Paese.

Ora, non voglio entrare nel merito della questione, altrimenti dovrei dilungarmi molto: diciamo però che questo periodo ha sicuramente creato una scrematura, fra chi si adatta e chi no, fra chi cerca di trovare nuovi sbocchi e chi purtroppo rimane schiacciato.

Personalmente, grazie a questo periodo, ho avuto modo di studiare ed approfondire diversi argomenti e sicuramente ho imparato ad apprezzare di più e quindi ad utilizzare la tecnologia, che aiuta molto nel mio lavoro, permettendoti di “spostarti” in tutta Italia, rimanendo comodamente a casa!

Per quanto riguarda, poi, le domande più frequenti postemi dai clienti…

sicuramente la prima grande emergenza è stata quella di impugnare la multe ricevute per essersi spostati in periodo di lockdown: l’unico modo era quello di fare ricorso all’autorità competente (Prefettura o Giudice di Pace), dando motivazione dello spostamento per motivi di lavoro, ovviamente supportato dalla dovuta documentazione.

Per quanto riguarda la normativa di riferimento per gli ambienti di lavoro, oltre ovviamente un riferimento normativo fondamentale è rappresentato dal TU sulla sicurezza D. Lgs. Nr. 81/2008: in periodo di Covid è stato poi raggiunto un accordo fra Governo e sindacati il 14/03, con successivo protocollo integrativo formato il 24/04 che ha previsto (circolare 5443/2020) tutta una serie di misure da dottare per fronteggiare il rischio di contagio:

  • controllo della temperatura prima di entrare a lavoro (non superiore a 37,5);
  • modalità di accesso specifiche ai fornitori;
  • procedure di igienizzazione aziendale;
  • spazi comuni gestiti con spostamenti e assembramenti contingentati.

Per quanto riguarda la App Immuni…

per quanto riguarda la regione Piemonte a cui appartengo, la stessa ha ricevuto un secco No da parte dei consulenti della Regione ed ha causato non poche criticità. Personalmente non me la sento di dare alcun giudizio, né mi sono giunti casi diretti di clienti che la abbiano utilizzata. Posso dire , però, a seguito di un piccolo studio personale svolto, che Essa non coglie le possibilità offerte dal General Data Protection Regulation  e non traccia la traiettoria delle persone ma solo i loro contatti, non è interfacciata con il  data base sanitario (ASL, Ospedali, Protezione Civile), non agevola  alcuna misura preventiva ma permette solo misure ex post: in caso di contagio l’individuo dovrebbe abilitare il suo cellulare a comunicare l’elenco dei contatti ad un servizio centrale, che poi si deve prendere l’onere di rintracciare e contattare le persone ritenute “contigue”. Lasciando inoltre  l’adozione dell’app  alla responsabilità dei singoli (autorizzazione all’uso dei dati personali solo a valle del contagio accertato, cosa che pochi faranno), gli esiti saranno scarsi. Una app che abbia la speranza fondata di poter funzionare quindi dovrebbe essere imposta come obbligatoria, dovrebbe generare un data base anonimizzato in cui gli algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning calcolano i rischi individuali e li inviano sia al singolo che al sistema sanitario nazionale (metodo che la Francia intende seguire).

Un semplice computo mostra che con 50.000 addetti ai tamponi che lavorino a tempo pieno a domicilio sulle indicazioni  del SSN la situazione COVID potrebbe essere tenuta sotto controllo. Accanto al flusso continuo di tamponi sarebbe fondamentale eseguire prima dell’estate, come suggerito per esempio dal prof. Parisi (presidente dell’Accademia dei Lincei) nella sua audizione al Senato, una serie di test sierologici da eseguire con tecniche campionarie ad hoc quali quelle che testano i singoli non in modo indipendente ma fortemente correlato al gruppo ambientale a cui appartengono: tutti i ragazzi di scuole campione, tutti i membri di famiglie campione, tutti i lavoratori di aziende campione. Il campionamento ISTAT al contrario non è del tipo indicato. Conoscere quale è il grado (velocità ed intensità) di diffusione del virus in centri di aggregazione (famiglie, scuole, aziende) è il modo più efficace per determinare cosa tenere chiuso, cosa riaprire con minimi accorgimenti, cosa riaprire con accorgimenti più incisivi.

Ritornando sul lavoro personale, posso solo dire che spero che questo periodo di forte cambiamento mondiale generato da questa pandemia, possa mettere di più al centro i bisogni reale della persona: nel mio piccolo, è un po’ quello che cerco di fare ogni giorno, di non vedere i casi come numeri, ma come vite, perché di fronte mi trovo persone che mi mettono fra le mani le loro ansie più grandi ed il mio compito è sicuramente quello di adottare la maggiore professionalità ed umanità possibili per trovare le soluzioni.

Avv.to Antonella Zocco

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